News del Giorno

DAL SETTIMANALE DI DECIO LUCANO 

L'ANALISI   di TOBIA COSTAGLIOLA

Incontro a Roma tra Confitarma e AssArmatori

Dentro la notizia qual è la verità?

ROMA. Dopo i burrascosi trascorsi che hanno preceduto la nomina del nuovo presidente di Confitarma e che avevano prima generato la fuoriuscita di  storici ed importanti armatori e poi la nascita di AssArmatori, creando una gravissima frattura nella tradizionale e fruttuosa cooperazione associativa tra gli armatori italiani, ecco finalmente una buona notizia. Ad appena 50 giorni dalla nascita di AssArmatori, il 6 marzo, presso la sede di Confitarma, gli ormai famosi “fuoriusciti, con una loro delegazione, sono temporaneamente ritornati nella loro “casa natia” per un “primo storico incontro” con Confitarma, organizzato per discutere “amichevolmente” sulle problematiche comuni a tutto l’armamento. L’avvenimento, certamente positivo, è la dimostrazione evidente che gli armatori, anziché farsi la guerra, tutelerebbero meglio i loro interessi se fossero tutti uniti. Comunque si tratta di un primo passo che, come scrive Decio Lucano nel riportare il comunicato congiunto dei due gruppi, fa ben sperare.

Tuttavia, nel manifestare anche il mio plauso per l’ottima iniziativa ed auspicare una fruttuosa e mutua cooperazione tanto necessaria al nostro armamento, non posso fare a meno di fare alcune doverose considerazioni del tutto personali su quanto da tempo riportato  dalla stampa specializzata .

1. Il buon Stefano Messina, nato, cresciuto e maturato in Confitarma fino al punto di poter aspirare alla presidenza senza peraltro formalmente candidarsi, ha ottenuto la soddisfazione di presentarsi in Confitarma come capo e rappresentante di un cospicuo gruppo di armatori, carica che gli era stata negata, a torto o a ragione, in seno alla Confitarma. Il fugace rientro in Confitarma, giusto per il tempo dell’incontro, non può essere interpretato come il ritorno del figliuolo prodigo ma, al momento è la conferma che “fa sul serio e che farà di tutto per  dimostrare quello che saprà fare”. Ma il significato più importante ottenuto da Stefano Messina è stata la legittimazione da parte di Confitarma del suo nuovo ruolo di fronte a tutto il mondo dello shipping. Credo sia il suo primo successo di immagine, che sia stato predeterminato o non, ma che comunque è dipeso dalla grande disponibilità e “benevolenza” di  Confitarma.

2. Registro Internazionale e Tonnage Tax. E’ veramente sorprendente la notizia che le  due Associazioni, nel ripercorrere lo sviluppo derivato dalla istituzione del Registro Internazionale e della Tonnage Tax , hanno finalmente riconosciuto tutti gli effetti positivi derivati all’armamento. Giusto per esercitare la mia mente cerco di elencare alcuni di tali effetti positivi ricorrentemente  enfatizzati da Confitarma per controbattere le critiche soprattutto di Onorato .

 

Tonnage Tax e Registro internazionale 

Dal 1998 ad oggi la Flotta Mercantile italiana con oltre 16,5 milioni di tonnellate figura nelle    prime posizioni delle statistiche mondiali, secondo posto nell’Unione Europea, terzo posto tra le  flotte dei paesi riuniti nel G20, quarta nella graduatoria mondiale. L’Italia è la prima al mondo nella graduatoria delle principali flotte di navi ferry e ro-ro pax, con 250 unità per più di 5 milioni di tonnellate di stazza su un totale di circa 28 milioni.

Per quanto riguarda l’occupazione dei marittimi, il Registro Internazionale e la Tonnage Tax. hanno consentito un aumento dell’occupazione da 30.000 a 63.000 persone ( Cfr Grimaldi 2016/2017).  ( Ma i dati sono controversi , 30.000 per Min. Lavoro, 35.000 per Capitaneria,DL )

Ho usato il termine “sorprendente” perché  non capisco come, quanto sopra descritto, possa conciliarsi, soprattutto, con le dichiarazioni di Onorato che, quando lasciò teatralmente la Confitarma, la accusò, dichiarando, tra l’altro : “Non difende più niente di italiano[…] L’estensione degli sgravi previsti per la bandiera nazionale anche a quelle comunitarie, senza alcuna limitazione in caso di imbarco di marittimi extracomunitari, porterà alla perdita di circa 15.000 posti di lavoro. Noi abbiamo 4.000 dipendenti tutti italiani e ci dissociamo”.

Dobbiamo arguire che queste posizioni siano state superate ? Non ho partecipato alla riunione, non ho guardato in faccia i partecipanti e non posso pronunciarmi.

 Forse la risposta si può individuare in quanto segue.

3. Gli armatori convenuti hanno concordato sulla necessità di individuare ulteriori possibili soluzioni volte a favorire lo sviluppo dei traffici marittimi e della marineria nazionale, quale ad esempio il piccolo cabotaggio e il TPL (trasporto pubblico locale), il tutto per un sempre maggiore sviluppo della flotta e per la crescita dell’occupazione a bordo.

Interpretando con una personale modalità, tutta italiana, quanto scritto, riesco a capire che si è d’accordo, in generale, di “trovare ulteriori e possibili soluzioni”,  in primis e, nello specifico, il favorire lo sviluppo dei traffici, ecc. Ma, attenzione!

Con le annunciate dichiarazioni di buone intenzioni volte anche alla prospettiva non lontana di mettere mano all’impianto del Registro Internazionale e Tonnage Tax, si intravede chiaramente come, aggirando l’ostacolo, si voglia tentare di modificare le regole per renderle applicabili, con tutti i benefici annessi e connessi, anche a quelle aziende straniere che utilizzano personale italiano. Non si può, infatti,  ignorare quanto fino a ieri richiesto ad alta voce  dagli armatori “fuoriusciti” e da membri della neonata associazione per estendere gli sgravi contributivi e  fiscali anche a quegli armatori stranieri che impiegano personale italiano “ingaggiato” da stabili loro rappresentanze in Italia (agenti, subagenti, ecc.). Esaminando la compagine degli associati alla AssArmatori risalta subito, ad un occhio attento, il significato di questa aspettativa. Gruppi armatoriali che per tutelare i loro interessi, hanno trovato più conveniente essere  “stranieri”, aspirerebbero ad  avere i benefici degli armatori italiani pur senza issare la “ sconveniente” bandiera italiana né tanto meno avere una stabile organizzazione in Italia… Vedasi, per esempio, il Gruppo Aponte che, pur nella sua mastodontica dimensione mondiale, non può accedere ai detti benefici per il comparto crocieristico. Ciò lascerebbe intravedere una inevitabile interruzione della tregua tra gli armatori… Basta pensare alle ultime dichiarazioni del presidente di Confitarma circa la pericolosità di toccare o ritoccare l’impianto del Registro Internazionale, Tonnage Tax e tutto ciò che ad essa è collegato…  Aggiungo, sempre  da un punto di vista personale, che non è chiara la posizione di Onorato che dopo tutte le battaglie che ha fatto, sembra che non potrebbe avere nessun beneficio da una modifica in tal senso. Staremo quindi a vedere se i rapporti tra i  fuoriusciti da Confitarma rimarranno tanto idilliaci come prima o se non daranno luogo ad una implosione interna ad AssArmatori.

 

Il contratto dei marittimi e i sindacati 

4. Ma non finisce qui. Voglio evidenziare un altro aspetto positivo, serafico e benevolo dell’incontro: “Nel positivo clima di collaborazione venutosi a creare, in relazione alla trattativa per il rinnovo del CCNL, verificata una sostanziale convergenza sui temi del lavoro marittimo, è stato deciso di allargare il tavolo di recente avviato per il confronto con le Organizzazioni Sindacali, condividendolo con AssArmatori”. A trattative già avviate, la Confitarma ha fatto il bel gesto di estendere “ il tavolo già aperto”( ormai si dice così) ad AssArmatori. Sembra una cosa da niente, sembra un atto scontato. Io credo che ciò abbia risolto un grosso problema di AssArmatori che. con questa riunione, ha ottenuto anche la sua legittimazione con le OOSS ! E dire che AssArmatori, con la sua vocazione a costituire un nuovo modello di rappresentanza anche nel mercato del lavoro, aspirava ad essere interlocutore privilegiato delle OOSS senza avere i suoi componenti una diretta esperienza del settore se non in Confitarma…. Non risulta, nel corso delle attuali trattative, che le OOSS avessero altri interlocutori oltre Confitarma. Con questa legittimazione AssArmatori ha elegantemente risolto il problema senza creare traumi e conflittualità. Sarebbero stati in grado, senza Confitarma, a portare avanti, non dico le trattative, ma tutte le procedure e la contrattualistica e l’esperienza che resta tuttora patrimonio di questa storica associazione ?

 

Confitarma: un atteggiamento più duro o diplomazia lungimirante ? 

Quanto precede è ciò che leggo dietro le righe e che un provetto e disincantato cronista/analista dovrebbe rilevare chiaramente anziché mostrare soltanto compiacimento ed  ottimismo di fronte ad un incontro che viene commentato da tutti come foriero di futura e proficua collaborazione nell’interesse di tutto l’armamento… A chi lo vanno a raccontare ? Dire la verità o semplicemente descrivere ciò che si pensa molte volte può essere di incitamento all’uso del buon senso ed alla riflessione. Non vorrei essere un seminatore di zizzania ma, per quanto possa contare il mio parere, ritengo che Confitarma avrebbe potuto e potrebbe avere un atteggiamento più “duro” e” sedersi, lungo il grande fiume, presso il primo ponte e…aspettare”. A meno che la storica associazione, in un’ottica di saggia lungimiranza, abbia scelto di non interferire creando, cosi, i presupposti per future convergenze a vantaggio dell’intero comparto marittimo nazionale.

Tobia Costagliola

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