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Per non dimenticare. Tragedia del mare 15 Gennaio 2007 Collisione nello stretto di Messina. Nave sperona mezzo veloce: 4 morti


Le vittime tra l'equipaggio: comandante, motorista e due marinai

MESSINA - Quattro marinai sono morti nella collisione a circa un miglio, un miglio e mezzo dal porto di Messina, fra un aliscafo delle Ferrovie, il "Segesta jet", e una nave portacontainer battente bandiera di Antigua, la "Susan Borchard". I corpi delle vittime sono stati estratti dalle lamiere. Sono il comandante dell'aliscafo, Sebastiano Mafodda di 54 anni e il direttore di macchina, Marcello Sposito di 41 anni e due membri dell'equipaggio, Lauro Palmiro di 50 anni, e Domenico Zona, 42 anni, motorista. Lo squarcio, sulla fiancata destra dell'aliscafo, non lascia dubbi. E' stato il cargo a investire il mezzo veloce carico di pendolari. E l'ha colpito in corrispondenza della plancia di comando ridotta a un ammasso impressionante di ferraglia. Ma c'è un'altro elemento che deve essere tenuto in considerazione: la presenza di una terza nave che potrebbe avere parzialmente oscurato la visione dell' aliscafo al cargo.

Ottantotto feriti, tre gravi. Ottantotto i feriti di cui 7 gravi, due in rianimazione, tra i 150 passeggeri, soprattutto pendolari messinesi. Trentacinque feriti e contusi sono stati trasportati negli ospedali di Reggio Calabria, tra cui un uomo che ha subito gravi ustioni in varie parti del corpo: immediatamente dopo l'urto con il mercantile, sull'aliscafo si è anche sprigionato un incendio che presto però è stato domato dall'equipaggio. Gli altri feriti sono stati trasferiti a Messina. Salva, ma solo dopo due ore dall'incidente, una coppia di passeggeri rimasti imprigionati nella zona dello scafo devastata dalla prua del mercantile. Hanno riportato alcune fratture ma sono fuori pericolo di vita. A bordo dell'aliscafo c'erano anche tre atlete calabresi della Rescifina basket di Messina, squadra di serie B, che si recavano all'allenamento. Si sono salvate risalendo una scala di corda gettata in loro aiuto dai marinai della portacontainer.

Uno squarcio nella fiancata. Dallo squarcio sulla fiancata di dritta dell'aliscafo, sembra chiaro che il mercantile abbia speronato l'imbarcazione delle Ferrovie. Lo conferma il sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Francesco Mollace: "Ciò che è certo, è che è stata la nave portacontainer a investire l'aliscafo. Il problema, a questo punto - ha aggiunto Mollace - è di chi sia la responsabilità dello scontro. Se cioè è stato l'aliscafo a tagliare la strada alla nave o se è stata quest'ultima a seguire la rotta di collisione. E questo potrà essere chiarito soltanto quando saranno espletati tutti gli accertamenti tecnici e peritali".

"Errore umano". L'ipotesi privilegiata dalla Capitaneria di Porto di Messina è quella dell'errore umano. La falla sull'aliscafo è larga parecchi metri e si apre proprio all'altezza della cabina di pilotaggio. Le lamiere sono accartocciate e aprono uno strappo nella lamiera che segue il disegno della prora del mercantile. L'aliscafo è inclinato su un lato perchè dallo squarcio nella fiancata dell'imbarcazione continua ad entrare acqua. Per evitare che affondi, l'aliscafo è stato imbracato da due motobarche dei vigili del fuoco e rimorchiato lentamente nel porto di Messina.                                         

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